L'ultimo appuntamento con la rubrica era incentrato sul riscatto degli ultimi. Il campionato era incanalato in un binario preciso e non avendo a disposizione un Mourinho nostrano, i titoli scarseggiavano. Serviva una scossa e puntualmente è arrivata.
Il caso Amauri ha aperto un lungo contenzioso, seguito da una lite furibonda per una multa mai pagata dal Tamigi. Spari da una parte e dall'altra. Il signor Cenni trincerato dietro le barricate e un epilogo degno della migliore tradizione italiana: processo, condanna per morosità reiterata e condono della pena per vizio di forma nel regolamento, pur in presenza di prove di colpevolezza schiaccianti . Nel mezzo, la bagarre dell'asta. Undici contendenti e un solo vincitore. Gb Tiranno, che si è aggiudicato il pezzo più ambito, Wesley Snejider, a 1 fantimiliardo. Si, avete capito bene. La Triade, dei più illustri dirigenti bianconeri non hanno preso solo il nome, ha lasciato che gli altri, già innervositi dall'acceso dibattito sulla penalizzazione da comminare a Tamigi, si scannassero. Fuori uno, fuori un altro, l'olandese, che avrebbero comunque acquistato, gli è stato stato servito su un piatto d'argento. Secondo noi, sarebbero da condannare per circonvenzione di incapaci, ovviamente senza offendere nessuno. Per nostra fortuna, una campionato chiuso a metà stagione sarebbe un dramma per le nostre penne, tutte le ciambelle non vengono il buco.
Per ironia della sorte, è proprio Tamigi a fermare l'avanzata dei tiranni. Bojinov e Lazzari confezionano il successo, mentre il neoarrivato resta a guardare sconsolato. Piange anche Ganascia, che non sfrutta la prestazione di Penelope (i tifosi continuano a chiedersi perchè i suoi attaccanti si chiamino tutti così) Matri. Cattiva scelta ai box per Mulatto, colpito duro da Nenè. Anche Totti non scherza. Tre sberle e Robe di Panna si è squagliata come neve al sole. La partenza con il freno a mano tirato , per i critici, aveva già decretato la fine di Papini. Come dicono in molti, "Lui si salva sempre", eccolo arrivare di gran carriera in vetta. Quindi, ammucchiata in testa, bagarre totale nelle altre zone della classifica. Se escludiamo Nina Hartley (20 p.) e la compagine di Machetti (18 p.) , in 5 punti sono racchiuse sette squadre.
Da qui alla fine, con una graduatoria così, è chiaro che saranno sempre tonfi e briscole. Nessuno è al sicuro e gli sgambetti sono dietro dall'angolo. Sull'orlo del baratro ci sono i Culatelli B&W, tornati alla vittoria dopo 9 giornate di astinenza, e gli uomini di Monciati. Entrambe a 17 punti. Poi Cenni (16 p), che è nel mezzo tra inferno e paradiso. Ruzzolano che è un piacere, Arrigadò Giallone (già FC Gatto), Ac Tuttorosso e Leanderlecht, tutte a 14 punti. A volte si fermano e tornano a guardare in alto (Guazzini ha colto un successo fondamentale su Stravinski Stravoski). Altre volte semplicimente si arrestano (ottimo ma sfortunato, il pareggio di Granai in trasferta). Altre ancora, sprofondano e basta (brutta battuta d'arresto per Nerlurini).
Sul fondo, stordito, giace Bonelli (12 p). L'unico che conservi ancora uno zero (lui se ne approffitta con due) in classifica. Non ha mai vinto, nè pareggiato in trasferta. Sei partite, sei sconfitte. Nessuno dubita delle sue qualità (i vari scudetti lo dimostrano ampiamente), ma è l'ora di suonare la sveglia. Soprattutto davanti, con l'accopiata partenopea Pocho-Quagliarella continuamente a secco.
A proposito, il più famoso Triumvirato della storia fu quello tra Giulio Cesare, Antonio e Crasso. Quest'ultimo fu fatto subito fuori e i primi due lottarono tra di loro per Cleopatra (e anche per il dominio su Roma). Di bellle donne in giro ora non se vedono. Qui c'è una trofeo da conquistare e nessuno vorrà recitare la parte di Antonio.